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Vendite con campagna e-mail ottimizzata tramite lo split-test A/B

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Una campagna e-mail può funzionare a lungo solo se anche il successo viene testato. Questo lo permette il cosiddetto split-test A/B. Già prima della preparazione della campagna e-mail è importante prestare attenzione a un paio di cose e testare il successo. Di seguito illustriamo come funziona.


Cos’è un test A/B?

Un test A/B è un metodo semplice per individuare cambiamenti a un sito web, rispetto a una versione attuale. Viene utilizzato anche per testare un’azione specifica, come ad esempio il successo di una campagna mailing. È così possibile disporre il contenuto in maniera ottimale, prima che venga inviato.
Come possono essere ottimizzate le campagne e-mail?
In base a questo metodo le imprese sanno in anticipo se un cambiamento dell’oggetto conduce a un miglior tasso di click o di apertura. Attraverso il test A/B è possibile verificare due versioni dell’e-mail e determinare, in base ai risultati del test, quale variante di e-mail funziona meglio. Solo un test continuo porta anche a un maggior numero di clienti e di acquisti, dando inoltre informazioni preziose sul comportamento dell’utenza dei destinatari di e-mail.

Funzionamento di un test A/B

Un test A/B testa due campagne mailing:
La versione A per il controllo
La versione B come alternativa

Si misura quale delle due versioni presenta il più alto tasso di conversione. In un’impresa che vende prodotti, lo scopo principale è aumentare il successo di vendita.

Il primo e più importante test per una campagna di marketing di successo riguarda sempre un’ottimizzazione del tasso di apertura delle e-mail. Per prima cosa bisogna verificare l’oggetto. Con un sottoinsieme dal 5 fino al 10 per cento della lista di e-mail acquistata viene inviato lo stesso contenuto dell’e-mail con due diversi oggetti. Quella con il più alto tasso di apertura viene poi riutilizzata – per chi vuole andare sul sicuro, la paragona ancora con tre ulteriori oggetti. Lo scopo è raggiungere un tasso di apertura almeno del 15 per cento.

Bisogna prestare attenzione

Chi vuole inviare ad esempio newsletter, dovrebbe farlo a non meno di 50.000 destinatari, poiché non vale molto la pena inviarle sotto a questa cifra. Per lo split-test A/B viene scelta una quantità casuale di test, ad esempio dieci per cento. Al cinque per cento viene inviata la prima variante dell’oggetto (1.250), al restante cinque per cento la seconda. Dopo un giorno si dovrebbe individuare quale oggetto ha condotto al più alto tasso di apertura e di click. In seguito vengono inviate le restanti 22.500 e-mail con l’oggetto corrispondente. Poiché il 10 per cento dei destinatari delle newsletter di prova non sa niente del test, il risultato è relativamente significativo, perché essi si comportano come fanno normalmente. Un tale campione, perciò, passa per rappresentativo.

Il corpo del test nel campione così come nell’e-mail originale dovrebbe essere sempre breve e arrivare velocemente al punto. Non divulgare mai troppe informazioni e testare sempre anche diverse lunghezze. Anche il tempo ha conseguenze sul tasso di risposta. Gli esperti raccomandano di inviare e-mail di martedì e mercoledì alle 9:00 o di pomeriggio tra le 15:00 e le 18:00, per raggiungere le persone mentre sono al lavoro. Altri professionisti di marketing dicono al contrario che il tempo è ideale nel weekend, poiché generalmente i concorrenti non inviano e così la campagna e-mail darà più nell’occhio.

Buoni numeri di test appaiono come segue:

Tasso di apertura: 3 fino a 15%
Tasso di click (dopo apertura): 5 fino a 30%

In conclusione

Non può funzionare l’acquisto di soli 1.000 indirizzi e-mail per poi aspettarsi che anche 1.500 clienti reagiscano a un’e-mail. Il tasso di risposta risiede in una frazione del numero delle e-mail inviate e da questi clienti solo una piccola percentuale acquista nuovamente il prodotto reclamizzato.

Frank Große

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